Più vaporizzi, più si sente il profumo
Ho amici convinti che una maggiore quantità di profumo sulla pelle corrisponda a una scia e persistenza migliore, e a loro - come sto per fare con te - ho spiegato che vaporizzare troppo un profumo non solo ti fa sprecare un sacco di fragranza, costringendoti a ricomprarla prima, ma può avere l’effetto opposto: il tuo naso si anestetizza, quello degli altri viene sovraccaricato, e l’esperienza olfattiva risulta alterata. La pelle, infatti, trattiene solo una certa quantità di molecole profumate; superata questa soglia, le molecole non si fissano e si disperdono rapidamente. Amberbomb EDP di Laboratorio Olfattivo ne è un esempio perfetto: vaporizzandone troppo, infatti, le materie prime sintetiche vanno a sovrastare quelle naturali, sovraccaricando il naso e impedendoti, così, di sentire la fragranza in tutta la sua potenza!
Meglio, quindi, vaporizzare con moderazione sui punti giusti - come collo, polsi e incavo del gomito - per una durata esplosiva e, fidati, anche la gratitudine di chi ti sta intorno!
I profumi hanno genere
In realtà, no! La suddivisione tra fragranze “da donna” e “da uomo” è più che altro una scelta commerciale, nata con l’arrivo - su questo mercato - dei marchi di moda principali, per orientare i consumatori e aiutarli nella scelta del profumo. Per me, la bellezza della profumeria moderna, soprattutto quella di nicchia, sta nell’abbracciare sempre più il concetto di un’essenza senza confini, con creazioni unisex capaci di farsi apprezzare e indossare da chiunque. Gli agrumi, in questo senso, rappresentano l’esempio perfetto: un bergamotto, un’arancia, un mandarino, infatti, non puoi etichettarli... non hanno genere! (Se ti va, ti sfido a provarli tutti con il Discovery Set di Perris 😉)
Ricorda: il genere, nei profumi, è più una costruzione culturale, legata alle mode e ai cambiamenti sociali, che una definizione vera e propria. Quindi, indossa quello che più ti piace, senza farti influenzare da un’etichetta sopra un flacone!
Per resettare il naso si usa il caffè
Allora, qui la situazione è un po’ più complessa. Nonostante annusare i chicchi di caffè tra una fragranza e l‘altra sia una pratica abbastanza diffusa, ci sono studi a riguardo che suggerirebbero come - quest’abitudine - non sia così efficace come si potrebbe pensare: il caffè, infatti, aggiungerebbe una nota in più, sovrapponendo il proprio odore a quelli già sentiti! Ecco un trucchetto facilissimo, che funziona ancora meglio, per resettare il naso tra un profumo e l’altro: prenditi due secondi e... annusa la tua pelle (priva di profumo, ovviamente), o un tessuto neutro senza odore! Io - per comodità - annuso sempre l’incavo interno del gomito, ad esempio. Questo semplice gesto permette al naso di recuperare la sensibilità olfattiva che serve per provare altri profumi, senza rischiare sovrapposizioni!
I profumi si tengono in bagno
Lo so, lo abbiamo fatto tutti almeno una volta nella vita. Ma, anni fa, dopo aver scoperto non essere il posto giusto per conservare i profumi, ho preso tutto e, in un paio d’ore, ho fatto un vero e proprio trasloco da cassetti, armadi e armadietti! Essendo un luogo umido e soggetto a sbalzi di temperatura improvvisi, in bagno le fragranze tendono a degradare più rapidamente, perdendo nel frattempo durata e intensità (e noi non vogliamo questo, vero?). Il mio consiglio spassionato è di spostare la tua collezione, se già non l’hai fatto, in un luogo fresco, asciutto e lontano dalla luce diretta, come l’armadio di camera tua: un profumo conservato alla perfezione, infatti, è un profumo felice, che dura praticamente per sempre!
I profumi naturali sono meglio di quelli sintetici
Non necessariamente! So che i profumi naturali hanno una composizione più ricca e complessa, ma sono anche più instabili, perché variano a seconda della qualità della materia prima e possono durare meno rispetto alle molecole sintetiche, che invece aggiungono stabilità e intensità alla fragranza. Se posso dirti la mia, un altro aspetto in particolare che mi fa apprezzare i profumi sintetici è la possibilità che offrono ai nasi di creare note inesistenti in natura o difficili da estrarre, come l’ambra grigia, il muschio e molti tipi di frutta, contribuendo al contempo a ridurre l’impatto ambientale. E, se usate con criterio, possono persino amplificare la durata e l’intensità delle note naturali! Insomma, morale della favola: non esistono profumi “migliori” o “peggiori” di altri 😉
La frutta nei profumi è vera
Mi dispiace fare la guastafeste di turno, ma... quasi tutta la frutta - in profumeria - è riprodotta chimicamente utilizzando molecole di sintesi. Estrarre gli oli essenziali, ad esempio, da una fragola, una pesca o una ciliegia risulta praticamente un'impresa, sia per la scarsa quantità presente al loro interno (che quindi rende l’aroma più instabile e di scarsa qualità), che per la difficoltà di conservazione. Ci sono, però, delle eccezioni! Infatti, esistono solamente due modi per riprodurre le note fruttate in modo naturale: il primo è con l’osmanto, dal caratteristico profumo d’albicocca che puoi sentire in Osmanthe Liu Yuan EDP di Le Jardin Retrouvé, mentre il secondo metodo è con i germogli di ribes nero, dalle note più verdi, utilizzati in L’Ombre Dans l’Eau EDT di Diptyque!